Il progetto del 700, sicuramente di pianta, come già detto si adattò alle preesistenze degli ambienti esistenti al piano terra. Dopo lo scoppio della polveriera, è lecito pensare che nulla di importante fosse rimasto e le ricostruzioni, immediatamente avviate, determinarono la realizzazione di nuovi ambienti cui riallocare le originarie funzioni preesistenti: il deposito delle polveri e degli armamenti per le cannoniere a supporto del porto, i magazzini di deposito, le stalle, gli ambienti per la truppa.
La storiografia locale sovente cita la presenza di questi ambienti in queste aree, che dopo l’apertura della porta della marina ancora di più assunsero rilevanza per la funzione di controllo da esercitarsi sulla stessa porta.
Possiamo quindi tentare di riconoscere nelle attuali sagome del piano terra quegli ambienti che sino al 1835 ancora risultano della Municipalità: due stalloni ed una stalletta al piano terra sotto le case di Maddalena.
Sul fronte meridionale del palazzo al piano terra, sono ancora riconoscibili i due stalloni, grandi ambienti voltati a botte, rinforzati successivamente da archi trasversali su piedritti, con la funzione di sorreggere la sopraelevazione eseguita. La volta del primo ambiente adiacente il sedile, presenta la realizzazione successiva di una grande lunetta realizzata in corrispondenza del primo portone posto sulla sinistra guardando il prospetto principale; tale importante modifica della volta fu determinata dall’adattamento del punto di ingresso allo stallone nella ricomposizione complessiva del prospetto. Il secondo stallone, adiacente il primo, risulta oggi suddiviso in due ambienti: il primo coperto con volta a crociera e costituente l’attuale androne di ingresso, il secondo con volta a botte analoga a quella del primo stallone.
La realizzazione della crociera si determinò con la realizzazione ed apertura del portone centrale, fatto che determinò la demolizione della parte di botte esistente per incompatibilità con l’altezza di imposta e la costruzione dei quattro piedritti di scarico. La crociera peraltro risulta perfettamente sottostante al vano sovrastante di primo piano e quindi compatibile con una sua realizzazione postuma rispetto alla configurazione raggiunta dal palazzo nel corso del ‘700. Ricordiamo che l’esigenza del nuovo accesso al palazzo dalla piazza del ferrarese si manifestò solamente a seguito della apertura della rampa di via Venezia e al sottoutilizzo dell’originario accesso principale. Peraltro fotografie dei primi anni del 900, ancora non rappresentano nella posizione attuale l’ingresso con paraste ioniche esistente su piazza del Ferrarese.
La terza stalletta potrebbe riconoscersi, nel piccolo locale in angolo tra la piazza del Ferrarese e l’innesto della rampa su via Venezia. Tale ultima zona è stata fortemente rimaneggiata, con la realizzazione di volte successive (esiste un ammezzato ricavato nella sagoma di tale vano) e murature di recente realizzazione tali da aver determinato la chiusura del terzo portone di facciata. In tale zona peraltro si rinvengono tracce di più antiche scale di collegamento con i piani superiori che saranno oggetto di specifiche indagini conoscitive durante i lavori .
Gli ulteriori adattamenti apportati agli ambienti del piano terra sono tutti conseguenti alla necessità di collegare la scala principale originaria al nuovo androne di ingresso in asse al prospetto su Piazza del Ferrarese. Le rampe di raccordo tra l’originario androne al piano rialzato su via Venezia, e il nuovo androne sono facilmente riconoscibili, come anche le modifiche a murature e volte conseguenti.
Il collegamento principale del vano scala con l’androne, si determinò tramite l’apertura a forza di un grande arco di passaggio nella muratura di spina preesistente e nella divisione funzionale del vano adiacente il cortile, oggi tramezzato.
In definitiva il Palazzo, nel suo sviluppo complessivo, prevedeva l’ingresso principale dalla muraglia sopraelevata rispetto al sedime urbano, con androne scenografico e scalone di ascesa ai piani, un cortile sottoposto di grandi dimensioni e alcuni locali annessi alla quota di questo. A meridione al piano terra i descritti stalloni di proprietà pubblica autonomi e distinti funzionalmente e fisicamente dal resto del palazzo. Sul lato settentrionale il cortile con balconata su mensoloni cinto con alto muro di confine e in ultimo antichi ambienti con l’ulteriore vano scala nell’angolo nord occidentale. Risulta evidente in questa ipotesi ricostruttiva la mancanza di un valido accesso carrabile al cortile o comunque un più immediato rapporto con la piazza Maggiore.
La conformazione attuale del costruito sembra escludere tale eventualità. In realtà in corrispondenza della chiostrina, nella zona più compromessa da trasformazioni e superfetazioni, è presente al primo piano una loggetta (attualmente tompagnata) con balaustra di pregevole fattura, che non troverebbe alcuna giustificazione se inserita nell’attuale contesto.
Al di sotto di tale loggia sono presenti tracce di un possibile arco di accesso dall’esterno. Analogamente, nel cortile principale si osservano sul lato settentrionale, a sostegno della balconata, mensoloni identici per sagoma a quelli frontistanti, ma tompagnati per tutta l’altezza del piano terra; ciò dimostra l’esistenza di una rifoderatura per tale muratura, che può tranquillamente nascondere le tracce di un assai probabile accesso diretto dall’esterno verso Piazza Maggiore. In ultimo, la fattura e disegno delle balaustre su citate risultano del tutto identiche e molto simili a quelle dell’altana presente sul loggiato di Piazza Mercantile.
Tale suggestiva ipotesi della presenza di un vero e proprio prospetto del Palazzo sul suo lato settentrionale, giustificherebbe l’aulicità e l’importanza riscontrabile nei citati elementi architettonici, quali la menzionata loggia, o la altana sulla loggia principale del sedile per l’accesso alla torre dell’orologio o il grande cornicione perimetrale, elementi tutti privi di significato in una ipotesi di plurime costruzioni aderenti al palazzo quali quelle oggi presenti.
Tale ipotesi, schematizzata in una semplice ricostruzione volumetrica, mostrerebbe un diverso rapporto dello stesso palazzo e dell’adiacente sedile nei confronti della Piazza Maggiore della Città.
COBAR S.P.A. – Consolidamento statico e restauro architettonico dell’immobile denominato “Palazzo Starita”, di proprietà di Fondazione Puglia, sito in Bari – Progetto esecutivo – Elaborato di sintesi