Nel settecento, comunque si determinano le condizioni per una profonda ristrutturazione delle costruzioni esistenti. I notevoli traffici del porto, con sempre maggiori interessi e la frequentazione di mercanti veneti in Bari, determinano l’attestata presenza di due personaggi ferraresi nella città: Girolamo Barrucchelli e Stefano Fabbri, dai quali, di lì in poi, la storiografia locale fa derivare l’appellativo della Piazza, stante la riferita residenza dei due all’interno del palazzo. A chi dei due si debba il grande progetto e la realizzazione dell’imponente palazzo è difficile dirlo. Possiamo solo ricordare che Barrucchelli nel 1750 viene nominato cassiere dell’istituendo fondo per la manutenzione e il potenziamento del porto, e che Fabbri comprò nel 1722 dal Comune di Bari lo spazio sovrastante il seggio del sedile per adattarlo al costruendo palazzo; quest’ultimo o suoi discendenti fecero realizzare il grande loggiato neoclassico oggi esistente[1].
Il risultato di questo grande intervento di ristrutturazione è quello che oggi grosso modo ancora vediamo, che non sfuggì, peraltro ai viaggiatori del settecento, nelle vedute di questa parte di città. I paesaggisti ritraggono in adiacenza al Sedile di Piazza Mercantile o alle sue spalle la presenza di un grande palazzo con cortile interno.
Tra questi il Desprez, presente a Bari intorno al 1780: in una sua rappresentazione stilizzata lo evidenzia con linee essenziali, caratterizzando l’ingresso ad est sull’attuale via Venezia e due piani superiori. In angolo, al terzo piano, il volume belvedere sul vano scala e ancora più su un’altana, strategico punto di osservazione sul porto.
Più tardi in una incisione successiva al 1817[2], con l’espansione verso la nuova città, il palazzo è ancora elemento rappresentativo dello sky line urbano.
Il palazzo sorse e si conformò quindi, su più antiche preesistenze, nei primi decenni del ‘700, offrendo il suo prospetto principale verso quello spiazzo ancora informe perimetrato dall’antica muraglia, dal bastione del vento, dalla nuova porta della marina (1612) e dall’ultimo isolato residenziale verso levante del vecchio centro storico. La vecchia piazza d’armi, che con l’apertura della nuova porta nel perimetro delle mura andava assumendo, dalla metà del seicento, i connotati di una vera e propria piazza, sempre più attraversata dai percorsi che dall’entroterra attraverso la nuova porta cittadina portavano alla Piazza Maggiore.
Analizzando le planimetrie del palazzo balza evidente l’assoluta differenziazione planimetrica tra la conformazione del piano terra e quella dei piani superiori, e questo a conferma delle importanti preesistenze. L’impostazione progettuale del palazzo vede, nella sua parte residenziale, una organizzazione di camere regolari per i due piani superiori, orientate normalmente al prospetto principale. Tale “progetto di pianta” si sovrappone e si adatta ad una precedente organizzazione muraria, che solo in alcuni casi viene adeguata e resa compatibile ai nuovi scarichi murari. Alcune murature, infatti, vengono realizzate integralmente sulle volte preesistenti del piano terra.
L’impostazione architettonica e distributiva del palazzo vede soluzioni planimetricamente conformi tra i due piani residenziali con il salone, o la galleria, disposto al centro della lunga facciata su Piazza del Ferrarese; al piano terra sono già presenti e conservati ulteriori ambienti con destinazione diversa. Il grande palazzo ha ingresso principale sul porto verso levante e il suo accesso avviene dalla muraglia attraverso un decorato androne a stucchi; da questo si percorre lo scalone, che, nella sua veste architettonica e funzionale, è tale da disimpegnare i sovrastanti due piani del palazzo. L’ulteriore scala rimane utile ad un collegamento tra il grande cortile e il primo piano del palazzo nella zona occidentale più prospiciente Piazza Mercantile.
Planimetricamente le sale ai due piani si sviluppano e si aprono sulla facciata meridionale in una teoria di vani, ruotanti intorno ad un grande cortile rettangolare. Il palazzo si sviluppa longitudinalmente verso la Piazza grande sino a confinare e quindi sovrastare l’antico sedile della Città. Un grande cornicione sommitale su gattoni aggettanti lo circonda definendone lo sviluppo complessivo. Elementi caratterizzanti la costruzione sono anche i due belvedere presenti rispettivamente sui lati orientale e occidentale del confine a settentrione. In particolare i due volumi corrispondono ai vani scala principali dell’edificio e costituiscono ad una vista dall’esterno, elementi di connotazione volumetrica per le ampie aperture arcuate in essi presenti.
In questa fase i cortili preesistenti vengono uniti e nasce anche l’esigenza di un affaccio sulla Piazza Mercantile che si concretizza con l’acquisizione dell’area sul lastrico del sedile e con la realizzazione del loggiato settecentesco oltre ad una altana balaustrata contenente il percorso di accesso alla torre dell’orologio che la municipalità si garantisce di conservare, nonostante la vendita della copertura del sedile.
La qualità artistica delle finiture è ormai persa, essendosi solo conservate due residue pavimentazioni in maiolica smaltata su vani del secondo piano ascrivibili alla seconda metà del settecento. Tutte le restanti finiture di pavimentazioni e decorazioni d’ambienti sono ormai scomparsi per gli interventi sostitutivi eseguiti nei secoli successivi.
COBAR S.P.A. – Consolidamento statico e restauro architettonico dell’immobile denominato “Palazzo Starita”, di proprietà di Fondazione Puglia, sito in Bari – Progetto esecutivo – Elaborato di sintesi
[1] Gaetano Cataldo – Renovatio e forma urbis. Pag.152
[2] Nella incisione è presente il “mercato delle carni” realizzato nel 1817.