L’emergenza coronavirus ha indotto un ripensamento degli aspetti legati all’organizzazione dell’esperienza culturale.
Lo scorso 8 marzo chiudevano i luoghi culturali di tutta Italia e sbarrate le porte, il mondo dell’arte, musica, teatro si è aperto a modalità alternative di fruizione, sfruttando le possibilità offerte dagli strumenti digitali.
“Prima dell’emergenza sanitaria si potevano distinguere in modo relativamente nitido due percorsi: da un lato l’esperienza di visita on site (talvolta supportata da strumenti digitali); dall’altro l’utilizzo degli strumenti online per attrarre e preparare il pubblico alla visita in loco, oppure ex-post per proseguire il rapporto con l’istituzione visitata, soprattutto tramite i social media su cui è attivo il 76% dei musei”, dichiara Michela Arnaboldi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio innovazione Digitale nei beni e attività Culturali.
“Se con i musei aperti il digitale ha rappresentato un complemento all’esperienza di visita (nelle sue molteplici sfaccettature), con la chiusura delle istituzioni culturali il digitale si è rivelato lo strumento necessario per poter offrire contenuti culturali. Questo ha portato inevitabilmente ad un uso diverso del canale online, social media in primis ma anche siti web, che sono divenuti da strumenti di comunicazione e di preparazione alla visita, quali erano fino ad ora, strumenti di vera e propria erogazione di contenuto”.
Durante i mesi di blocco degli spostamenti, il livello di interesse degli italiani per le attività culturali online è aumentato, lo testimonia l’aumento degli utenti delle pagine social: la crescita maggiore si è registrata su Instagram (+7,2%), seguito da Facebook (+5,1%) e Twitter (+2,8%) nel mese di marzo e con un ulteriore incremento rispettivamente dell’8,4%, 3,6% e 2,4% in aprile.
Tour immersivi, percorsi e visite virtuali a 360°, riproduzioni in altissima definizione delle opere d’arte, tante iniziative con un unico intento: offrire al pubblico la possibilità di ammirare e condividere i luoghi della cultura più amati, i tanti musei, teatri, archivi e biblioteche che costellano il territorio del nostro Paese.
L’aspetto molto importante da analizzare nel periodo di chiusura ma soprattutto ad oggi, con le graduali riaperture di tutte le attività culturali è la voglia di cultura da parte degli utenti, sempre pronti alla conoscenza (anche virtuale) ma anche a correre nei luoghi culturali appena ne hanno avuto la possibilità.
La tecnologia è sempre stata uno strumento di vicinanza e nel nostro presente è sempre più una certezza.